Sviluppo insostenibile

La Cina rappresenta la maggiore delle economie mondiali emergenti , ma, sul miliardo e trecento milioni di cinesi, soltanto trecento milioni traggono qualche beneficio dal boom economico del Paese, mentre circa un miliardo continua a trovarsi in condizioni economiche molto modeste, ma fornisce le “forze lavoro” supersfruttate e superproduttive (schiavismo interno) che consentono alla Cina di essere la “fabbrica del mondo”.

La povertà della maggioranza della popolazione cinese non è solo da considerarsi in termini economici ma soprattutto si evidenzia nella qualità della vita. Si lavora in condizione di semi-schiavitù e in un’ambiente altamente inquinato.
Queste immagini sono inquietanti:

Nel nord della Cina, la concentrazione di smog è tale da giustificare la massima allerta. Perché, alla pessima qualità dell’aria già segnalata nei mesi scorsi, si aggiunge la scarsissima visibilità, 500 metri al massimo, che ha determinato la cancellazione di voli e la chiusura di intere arterie autostradali. Un quadro apocalittico. Con gli ecologisti che denunciano nella metropoli di Shenyang la rilevazione del livello di inquinamento “più alto che si sia mai registrato nel mondo”.

In un articolo pubblicato sul giornale del Nature Publishing Group Scientific Reports il 15 ottobre, due esperti dell’Università di Scienze dell’Informazione e Tecnologia di Nanchino hanno affermato che solo il 9% del popolo cinese vive in un ambiente in armonia con gli standard nazionali della qualità dell’aria. Armonia riscontrata in appena 25 delle 190 città monitorate dalla rete del Ministero della Protezione ambientale tra l’aprile del 2014 e l’aprile 2015. I due ricercatori spiegano come la media ponderata dei cinesi sia esposta a una densità di p.m. 2,5 di 61 micro grammi per metro cubo, tre volte più alto del livello globale

Fonte: http://www.repubblica.it/ambiente/2015/11/10/news/cina_del_nord_apocalisse_smog-127025373/#gallery-slider=127033773

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